RecensionCine

  1. LA RAGAZZA NELLA NEBBIA
    ARCHIVIO RECENSIONCINE FILM 20

    LA RAGAZZA NELLA NEBBIA – Donato Carrisi, 2017
    Carrisi si prende l'impegno di dirigere un film tratto da una propria opera letteraria di successo; immagino la difficoltà nel cercare di rispettare il più possibile il proprio lavoro, traducendo e comprimendo in sceneggiatura una storia elaborata e davvero molto ben congegnata, sulla carta. In effetti il film all'inizio appare un po' faticoso e la narrazione si disperde in tre diversi piani temporali, restando al contempo piuttosto attenta a dettagli e psicologia dei (tanti) personaggi, un mix che comunque trova un un buon bilanciamento da metà film in poi fino ad un finale appassionante e mozzafiato. Cinematograficamente il film decolla soprattutto nelle sequenze più “libere” dai vincoli strettamente narrativi, nei momenti in cui si prende i suoi tempi per creare ambiguità, pathos e atmosfera, pur restando comunque decoroso dall'inizio alla fine. Il meccanismo a orologeria funziona, e i colpi di scena sono davvero notevoli, ma a colpire è anche e soprattutto il desolante mondo messo in scena - cinico, amorale e manipolatorio - in cui tutti sono carnefici e vittime; i rapporti perversi tra investigatori e colpevoli, tra divulgazione e verità, tra mostruosità e innocenza sono i veri protagonisti dell'opera. Un film non perfetto proprio per la troppa carne messa al fuoco, ma che comunque fa del suo meglio per farla cuocere tutta al punto giusto, e spesso ci riesce; una trama in grado di rivaleggiare con i thriller nordeuropei, uno scrittore che si rivela un buon regista, attori di prim'ordine e (fortunatamente) niente che ricordi una fiction tv. Non è poco per essere un film italiano di oggi. Da vedere.
    Last Post by sharkoman il 9 Nov. 2017
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  2. DOROTHY MILLS
    ARCHIVIO RECENSIONCINE FILM 05

    DOROTHY MILLS - Agnès Merlet, 2008

    Sorprendente psychothriller-giallo vecchio stile; appassionante, con una sceneggiatura ben articolata, personaggi discretamente delineati e sequenze dal sapore semi-onirico che reggono più che decentemente un percorso ambiguo (rischiosissimo!) tra malattia mentale e soprannaturale. Il personaggio chiave (Dorothy Mills) è recitato davvero bene da un’esordiente Jenn Murray, ragazza dotata di viso normale e “neutro”, ma incredibilmente inquietante, che si presta ad essere e/o celare qualunque cosa. Nel suo insieme, è un film di grande atmosfera, un curioso punto d’incontro tra l’Hitchcock di “Marnie”, l’Arthur Penn di “Anna dei miracoli”, il Robin Hardy di “the wicker man”, il giallo italiano anni ’70 (c’è un qualcosa che mi ricorda Mario Bava, nei colori di alcuni momenti, soprattutto quando è di scena la “bambina”) e altri filoni thriller più recenti (dai fine anni ’90 ai primi 2000, che non starò a citare…). Romantico senza essere melenso e a tratti spietato, il film si presta anche a qualche spunto di riflessione sui mali nati dalla repressione e l’ottusità: Ambientato in una piccola e isolata comunità segnata da una religiosità ipocrita e malata, appare subito chiaro l’humus su cui poi fioriranno violenza e tragedia. Niente di nuovo in realtà, ma ben orchestrato, elegante e godibile, soprattutto per essere un prodotto fatto con pochissimo. Davvero consigliato, soprattutto in originale con i sottotitoli (anche perchè in italiano non lo troverete mai).
    voto: 8+

    Edited by sharkoman - 24/11/2013, 18:32
    Last Post by sharkoman il 22 Aug. 2013
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