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  1. INTERSTELLAR (C. Nolan 2014)
    ARCHIVIO RECENSIONCINE FILM 16

    INTERSTELLAR - Cristopher Nolan 2014

    Diciamolo subito: Nolan ha realizzato un bellissimo film, ed ha avuto anche un grande coraggio, nel creare una miscela che potesse dare una “universalità” alla propria opera, nel senso di lettura e fruibilità; “interstellar” è sicuramente un film ambizioso, e porge la guancia a un'infinità di potenziali critiche, proprio per la propria libertà espressiva: un film di fantascienza, ma molto misurato nei toni, che mostra elementi di racconto storico-epico, psicodramma, thriller, fiaba e parabola umanista-sentimentale. Il tutto tenuto insieme da una sceneggiatura curatissima, ma dal bilanciamento del tutto personale: vengono approfondite delle parti irrazionali quasi con metodo scientifico, mentre i momenti dove sarebbe richiesto maggior realismo (la preparazione al viaggio spaziale, i tempi stringatissimi in cui i personaggi scoprono una base NASA segretissima), sono affrontati in maniera frettolosa, se non glissati del tutto. Gli spiegoni pseudo-scientifici vengono narrati velocemente, in modo tale che se anche non fossero pienamente comprensibili, possano almeno essere sufficienti allo spettatore per raggiungere quella sospensione dell'incredulità necessaria alla visione, senza troppi sensi di colpa; Quello che invece riguarda il punto più controverso del film - collegare l'umano sentimento a teorie pseudo-scientifiche che ne accertino un ruolo nell'universo - può apparire azzardato, ma alla fin fine è l'unico modo per una persona razionale e disincantata di parlare della purezza dei sentimenti stessi, allontanandosi dalle religioni precotte e ritrovandoci persino un po' di poesia. Nolan riesce quindi nel DIFFICILISSIMO intento di rendere interessante il film anche nell'attimo in cui si affaccia un rischioso sentimentalismo apparentemente di bassa lega, reso semplicistico per poter arrivare a tutti, ma sublimato dall'ecosistema matematico/romantico dell'universo mostrato nell'opera, in maniera tale che anche un cinico possa identificarcisi.
    Il film non pretende di essere perfetto, perché punta proprio sull'umanità e sulle imperfezioni che il sentimento comporta: ma tiene presente ogni possibile orientamento emotivo dello spettatore, scontentando in realtà solo chi cercasse in quest'opera richiami “neorealisti” che non può avere.
    Tutto è ottimizzato e stilizzato: lo spazio (serve saturno? Eccovelo con i suoi anelloni, senza niente che vi distragga da esso), i suoni, la musica, i tempi e i dialoghi. L'atmosfera e il senso di meraviglia che una vicenda del genere possono provocare su un essere umano sono mirabilmente esplicati dai silenzi e le espressioni dei personaggi; la musica è spiralica come le galassie, mentre in termini puramente cinematografici, la continua tensione è garantita da un montaggio alternato (si stacca dai fatti sulla terra a quelli dell'astronave che scorrono drammaticamente in parallelo) e dilatato all'inverosimile, amp...

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    Last Post by luca gherardi il 9 Nov. 2014
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